Mi chiamo Cristina Cattaneo (Beretta), sono psicoterapeuta giornalista e scrittrice. Laureata in Filosofia, in Psicologia (iscrizione all’Ordine degli Psicologi della Lombardia n° 9808), mi sono specializzata in psicoterapia della Gestalt e ho conseguito il phd in Filosofia delle Scienze Sociali e Comunicazione Simbolica a Varese.
Sono giornalista pubblicista iscritta all’ordine dei giornalisti dal 1993. Dal 2019 sono vicedirettore della rivista Alberoni Magazine.
In ricordo di mia mamma firmo i miei libri come Cristina Cattaneo Beretta, aggiungendo il suo nome al mio.
Il mio percorso
Nel periodo degli studi universitari inizio una psicoanalisi didattica e mi iscrivo a una scuola di specializzazione a orientamento psicoanalitico che frequento per tre anni. Quando inizia il quarto e ultimo anno, proprio mentre sto scrivendo la tesi viene approvata la legge Ossicini (sull’onda emotiva della questione Verdiglione) che prescrive nuovi criteri di accesso alla professione di psicoterapeuta, limitandola ai soli laureati in Psicologia e Medicina. Ricordo al lettore che la legislazione italiana è la più severa e richiede, per divenire psicoterapeuta, un apprendistato molto più rigido e lungo rispetto a tutti gli altri paesi del mondo.
Per me è la prima e più cocente delusione della vita. Perché mi accorgo che vengo colpita proprio nel momento in cui sto per arrivare alla meta e mi ero tanto impegnata. Non solo, vengo lasciata sola dalla scuola e dall’analista. Questo costituisce un’esperienza emozionale di rottura. in seguito mi aiuteranno una serie di esperienze emozionali correttive.
Nel frattempo giunge il giorno della laurea in Filosofia. Ho lavorato a lungo a una tesi in Epistemologia sulla logica della scoperta scientifica. Ottengo 110/110 e lode e il plauso del correlatore il prof Fulvio Papi e la felicità della mia relatrice, la professoressa Silvana Borutti. Il tema centrale del mio lavoro è la risposta alla domanda: esiste una logica della scoperta scientifica, oppure la scoperta è qualcosa di totalmente irrazionale “illogico” e imprevedibile? Il tema riguarda il mondo della scienza, ma indaga, in generale, il modo in cui avvengono le scoperte, gli insight, i cambiamenti di visione. Il mio lavoro mi ha fatto conoscere il pensiero di Kuhn e il concetto di “paradigma” che mi sarà molto utile in seguito per comprendere fenomeni sociali complessi che stanno tra la psicologia, la sociologia e la storia, cui non si arriva con i soli strumenti psicologici. Accanto a Kuhn vi sono altri pensatori come Wittgenstein, Popper, Duhem, Bachelard.
Dopo la laurea decido di indirizzarmi ad altro: collaboro già con diverse riviste e inizio a collaborare con il Corriere della Sera; in seguito inizio a lavorare in Regione Lombardia. Sono anni in cui si è orgogliosi di lavorare in Regione, l’ente pubblico sta vivendo una grande trasformazione, si ampliano le sue competenze e viene alla ribalta il tema della trasparenza, diventa importante la comunicazione con il cittadino. Il mondo sta cambiando e a questo si aggiunge la grande energia sprigionata dal web. Per diversi anni mi occupo della comunicazione attraverso il nuovo sistema. Sono io a fare la prima pagina del primo sito web che allora si chiamava ancora “Portale” e sono sempre io a mandare la prima mail in assoluto della Regione tramite il sito. E’ una risposta a un cittadino.
Ma anche se il mio lavoro mi piace, l’interesse per lo studio della mente resta sempre forte. Continuo a documentarmi, a seguire corsi. Faccio studi, approfondimenti. Intanto nasce mia figlia. Mia mamma si ammala e in pochi mesi mi lascia. Mentre sono in attesa del secondo figlio, scopro che viene attivata la facoltà di Psicologia a Pavia. Non ci penso due volte, mi iscrivo.
Del ciclo di studi in Psicologia ricordo la gentilezza, la preparazione e disponibilità del prof Eliano Pessa, che è stato anche mio relatore di laurea. La tesi si intitola” Il web tra informatica, psicologia e comunicazione”. Scelgo questo argomento perché mi rendo conto che il mondo sta cambiando proprio sotto l’influenza del web e voglio capire di più. Io stessa per lavoro mi occupo della comunicazione web della mia Direzione generale. Siamo nel 2000 non esiste ancora il web semantico ma noi riusciamo a fare un sito di grande chiarezza e semplicità. Questo sito è molto apprezzato e viene indicato dal Formez nel 2005, come il miglior sito in campo culturale in Italia.
La mia esperienza con la psicoanalisi
Come ho detto sopra, al periodo della prima laurea in filosofia risale l’incontro con la psicoanalisi. All’epoca era considerato fondamentale per divenire psicoterapeuta sottoporti a un’analisi didattica. Così avevo iniziato un’analisi con uno psicoanalista lacaniano. Dopo un anno mi iscrissi alla scuola di specializzazione a orientamento psicoanalitico a cui egli si riferiva. Il ricordo che ho della scuola è piuttosto sbiadito e deludente. Vi era un grande ossequio verso i “maestri” della scuola e uno sfoggio di intellettualismo dal quale ho imparato a difendermi solo in seguito, che consisteva nell’utilizzare un linguaggio inutilmente complicato e pieno di tecnicismi. L’esperienza dell’analisi personale era stata invece interessante, soprattutto inizialmente. La terapia psicoanalitica prescrive che tu parli a ruota libera di tutto ciò che ti viene in mente, senza scartare certi pensieri rispetto ad altri. quel metodo aveva favorito la liberazione di una grande creatività, ma poi è mancata la guida vera. Entrambe le esperienze pur proponendosi come formazione di una ragazza giovane che aveva in mente già ben chiaramente il suo obiettivo, non furono in grado, in quel momento storico, di guidarmi realmente, aiutandomi a realizzarlo.
La professoressa Morosini
Per diversi anni ho seguito quasi tutte le sue visite, partecipando a molte attività di equipe. È stato un periodo molto intenso, di conoscenza e divertimento e un modello di come deve essere un ambiente di lavoro. L’atmosfera in quel luogo era di grande euforica attività, di sereno lavorare, di sincero interesse e amore per i pazienti. Cecilia Morosini era specialista in Malattie Nervose e Neuropsichiatria infantile; in Fisiochinesiterapia e Rieducazione Motoria. Docente della Cattedra di Medicina Fisica e Riabilitazione presso l’Università degli Studi di Milano e l’Università degli Studi di Milano Bicocca. Libero Docente in Medicina Fisica e Riabilitazione. Fondatrice dei centri riabilitativi privati per cerebrolesioni ASTRI (associazione studio e terapie riabilitative), ARICO (associazione riabilitazione comatosi) e della Fondazione cecilia Morosini.
Con lei non potevi restare a distanza, entravi in un luogo di lavoro e di amicizia, di studio e collaborazione intensa, di estrema fiducia. Un ambiente emotivamente ricchissimo. C’era un’equipe quasi esclusivamente femminile (due soli uomini), unitissima, che metteva al centro il paziente e la sua riabilitazione. Un’equipe con a capo una donna geniale, rispettata, con cui se avevi un problema ti confidavi , e con un ritmo di lavoro intenso ma allegro, come dovrebbe essere sempre in un lavoro di equipe. Le sue visite che non duravano mai meno di due ore, erano momenti di grande apprendimento, di grande emozione. Poneva sempre, in ogni sua azione terapeutica e nell’insegnamento, il primato della persona sulla patologia. Parlare di primato della persona sul paziente significa stimolare il suo potenziale di salute e di recupero, orientando la cura alla miglior qualità di vita possibile, nella concezione di una “riabilitazione globale” e di integrazione armonica di tutte le aree che caratterizzano l’essere umano.
Il suo messaggio ha gemmato nel cuore di molte sue allieve tra le quali mi riconosco anch’io.
La logica simbolica
Il 2007/8 è stato un periodo importante per me perché ho iniziato a frequentare il dottorato in Filosofia delle scienze sociali e comunicazione simbolica all’università dell’Insubria di Varese e contemporaneamente anche la scuola di specializzazione in psicoterapia della Gestalt. Come ho già osservato, avevo una formazione psicoanalitica di cui avevo conosciuto anche i limiti, ma mi aveva portato a leggere i grandi maestri della psicoanalisi. Non conoscevo ancora il pensiero di Jung, di Mircea Eliade Durand. Il periodo del dottorato, a contatto con Claudio Bonvecchio, GIulio Chiodi, Graziano Martignoni, è stato di vero grande entusiasmo. In questi anni ho approfondito lo studio della simbolica che mi ha aperto un mondo nuovo e dato in dono una maggior capacità di comprensione dei processi mentali, sociali e politici. Nel 2013, a conclusione del dottorato ho pubblicato il mio primo libro Il pozzo e la luna, un percorso di analisi simbolica (Aracne Editrice).
In seguito ho applicato l’approccio simbolico agli studi sui paradigmi culturali, e alle influenze che hanno su di noi, sull’immaginazione, Mi sono interessata in particolare al linguaggio simbolico e il suo uso terapeutico. Studio con grande passione le esperienze di rinnovamento creativo, che si attivano spesso quando siamo in fasi di cambiamento e quando siamo messi alla prova duramente e veramente dalla vita. Per questo ho approfondito le esperienze contrarie, come il lutto e la depressione, che spesso contengono dei semi di rinnovamento vitale, che vanno aiutati a germinare, collaborando a titolo volontario con la Socrem di Pavia per chi ha difficoltà ad elaborare il lutto e scrivendo articoli sulla sua rivista Il Ponte. La Socrem Pavia è un’associazione viva e ricca di idee e di voglia di intervenire nel mondo culturale cittadino. Dal 2012, per alcuni anni, ho organizzato seminari e incontri con importanti personalità della cultura italiana e sono stata nominata responsabile culturale.
Il testo in rete https://irinsubria.uninsubria.it/retrieve/handle/11383/2090869/107025/Phd_thesis_cattaneocristina_completa.pdf
La psicoterapia della Gestalt
Nel 2010 mi sono diplomata al centro studi psicoterapia della Gestalt scuola ( CSTG) diretto da Riccardo Zerbetto e da Donatella De Marinis. Considero quella della Gestalt un’esperienza di formazione veramente costruttiva. L’intenso lavoro su noi stessi, in un contesto di gruppo, la continua attività di sperimentazione reciproca ora nei panni del terapeuta, ora del paziente, ora come supervisore di un lavoro di terapia di altri, mi ha insegnato a stare davanti al paziente, con fiducia, in apertura e ascolto. Ho anche imparato tecniche diverse ma soprattutto a fidarmi del mio occhio terapeutico, a trovare la mia tecnica.
Il problema della dipendenza affettiva
In questo stesso periodo noto una somiglianza tra le persone che soffrono per un lutto e quelle che soffrono per un amore che le rende infelici. Hanno relazioni con qualcuno da cui non si sentono veramente amate, ma lo amano così tanto da non poterne fare a meno. Ma mentre un lutto pian piano lo si supera, questi amori infelici tendono a durare a lungo, e a chiudere le persone in un isolamento dove la persona amata è l’unica sorgente di energia. Un esempio paradigmatico di dipendenza affettiva che ci fa scoprire aspetti che non immagineremmo mai è la famosissima opera Madame Butterfly. Butterfly prima di essere una dipendente affettiva ha un problema da risolvere. Il suo caso è analizzato nel libro L’amore e il tempo.
L’incontro con Francesco Alberoni
E’ la ricerca di una soluzione di questo problema che mi porta a conoscere Francesco Alberoni Vi sono incontri che ti aprono un nuovo orizzonte. Per chi sia incuriosito il racconto dalla nostra conoscenza è contenuto nel libro L’universo amoroso. Era il 2016 e stavo cercando di capire qualcosa della dipendenza affettiva o emotiva. Avevo iniziato a leggere un libro di Nicola Ghezzani che si riferiva alla teoria di Alberoni. Così iniziai a leggere qualche suo libro. Rimasi folgorata da un piccolo libro: Le ragioni del bene e del male. Un libro sulle origini della morale. Pensai che volevo conoscere questo autore. Mi ricevette subito. Era giugno e stavo per partire per Cipro, l’isola dove secondo la leggenda nacque Venere.
Quando si è trattato di pubblicare il libro l’Universo amoroso (Jouvence) 2017, l’editore propose che lo firmassimo insieme. E’ iniziato così quasi per caso, un sodalizio culturale che ci avrebbe portato negli anni successivi a pubblicare insieme diversi libri, come coautori. L’universo amoroso è un piccolo libro di facile lettura, ma molto denso che ben spiega ove e come la psicologia e la sociologia di Alberoni si possono incontrare.
Alberoni Magazine
Un giorno, nel 2017, abbiamo pensato di attivare in internet una rivista che trattasse specificamente i temi dei processi amorosi nel quadro dei movimenti collettivi. Come imparai in quell’occasione, quasi tutte le idee con Francesco Alberoni, si concretizzano, diventano realtà. Il primo numero della rivista, di cui sono direttore vicario dal 2019, è uscita nell’ottobre 2017 e si chiama Alberoni magazine. Oltre che dell’innamoramento e dell’amore, tratta più in generale delle passioni sociali, politiche, religiose, dei problemi della nostra vita quotidiana cercando di analizzarli, comprenderli e ove possibile indicare delle soluzioni.
È fatta da un piccolo gruppo di studiosi. Insieme, ciascuno con la sua specialità, costituiscono un cenacolo culturale.
Il cognome della mamma, Beretta.
Dal 2017, anno che ha comportato una serie di grandi trasformazioni e accadimenti sia interiori che esteriori, ho deciso di aggiungere il cognome della mamma al mio: l’ho fatto in segno di gratitudine e recupero della memoria sua, di sua mamma, e di tutte le donne della mia famiglia. Per questo da allora mi firmo anche Cristina Cattaneo Beretta.
Membership
Membro dell’Advisory Board dell’associazione “Per il progresso del paese” fondato da Alfredo Ambrosetti il cui presidente è Andrea Rittatore Vonwiller, Sede Sociale in Milano – Viale Bianca Maria n. 24 – 20129 Milano Codice Fiscale: 978426690157
Vicedirettore Alberoni Magazine, Sede sociale @ Far Immagine e comunicazione Srl – Tutti i diritti riservati – Registrazione al Tribunale di Milano n. 272 del 29-9-2017
membro dell’Istur, Viale Monza 142, 20127, Milano
Membro del comitato scientifico della Fondazione “Fare futuro, ”Via Belsiana, 71 – Roma 00187 | C.F. 97463750584
Tra le varie attività negli anni 2014, 2015 ho collaborato con la Cooperativa sociale Benedetta Bianchi Porro guidata da Margherita Zerbi. La cooperativa è specializzata nella prevenzione del disagio infantile attraverso un approccio multidisciplinare innovativo. Per la Cooperativa ho scritto progetti e realizzato seminari nel campo della prevenzione del disagio infantile.